Cambiamenti climatici, come assicurare l’agroalimentare

Il settore agroalimentare rappresenta un comparto di primaria importanza per l’economia nazionale: l’agribusiness sostiene direttamente circa trenta differenti filiere produttive e occupa, da solo, oltre il 16 per cento del Prodotto Interno Lordo. Proprio in ragione di questa fondamentale rilevanza economica, il dibattito che accompagna l’area agroalimentare inizia a considerare non solo il profitto ma anche il rischio derivante dalle attività variamente collegate al settore.

Quest’ambito, infatti, al pari di tutti gli altri, è esposto ai rischi “sistemici” che influenzano l’economia e la produzione ma, proprio in ragione dell’impiego della terra come fattore della produzione, il settore agroalimentare deve anche, necessariamente, confrontarsi con forze che, in molti casi, prescindono del tutto dal controllo dell’uomo: siccità, fenomeni alluvionali ed erosione dei fondi non sono che alcuni – e pochi – esempi di rischi che circostanziano e caratterizzano questo mondo.

 

Cambiamenti climatici e fenomeni estremi

Come sarà evidenziato nel prossimo report di “The European House – Ambrosetti”, dedicato alla sfera agroalimentare, l’Italia è il Paese mediterraneo con la più alta quota di territorio esposta allo “stress idrico”; viene altresì richiamato l’andamento delle temperature nel corso del 2022, considerato come l’anno più caldo e meno piovoso della storia italiana. Non solo: le piogge sono sempre meno frequenti, mentre sono in aumento i fenomeni ambientali estremi (in foto, terreni agricoliFaenza sommersi a causa della recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna).

Le questioni del cambiamento climatico e delle catastrofi naturali trovano spazio anche nel dibattito specialistico: per il tramite del prestigioso “Risk Barometer” del gennaio 2023, la compagnia assicurativa Allianz include i rischi derivanti da queste due emergenze mondiali – rispettivamente – al settimo e al sesto posto dei della survey dei dieci più importanti pericoli per la stabilità economica globale; anche la multinazionale dell’intermediazione assicurativa AON accoglie le conclusioni esposte dall’Allianz “Risk Barometer”, evidenziando una crescente attenzione dei mercati assicurativi e riassicurativi rispetto a questi argomenti che assumono anche una primaria rilevanza macroeconomica.

 

I molteplici rischi a cui è esposto il settore agroalimentare e i prodotti assicurativi per tutelarsi

Rischi “property” e “liability” dell’impresa. Come anticipato, il settore agroalimentare, al pari di tutti gli altri comparti dell’economia, è soggetto a delle incognite che, per le loro caratteristiche, possono inficiare, anche pesantemente, la produzione e la produttività. I classici e più comuni esempi, che il settore assicurativo ricomprende nella definizione anglosassone di “property”, sono i rischi che cagionano danni agli immobili deputati alla produzione, ovvero ai mezzi impiegati nell’attività d’impresa, come possono esseri i quotidiani incendi, i furti o i danni da acqua condotta.

Altri rischi sono legati alla responsabilità civile verso terzi o verso i propri prestatori d’opera. Ne sono esempi i danni derivanti a terzi da un prodotto dannoso, oppure quelli potenzialmente imputabili al patrimonio aziendale da un’azione legale di un dipendente danneggiato durante l’attività lavorativa. Sono queste le tipologie che rientrano nel settore definito “liability”.

Per fronteggiare tali rischi, comuni a molte attività produttive, esistono prodotti assicurativi definiti come “multirischio azienda” o, nello specifico caso delle imprese agroalimentari, come “multirischio azienda agricola”. Si tratta di garanzie assicurative abbastanza ampie e pensate ad hoc per coprire i pericoli tipici del settore agricolo e agroalimentare.

Altri specifici rischi derivano dalla contaminazione degli alimenti e dai costi delle cosiddette compagne di “recall”, ovvero dal rischio “reputazionale” per l’impresa (rischio garantito su polizze cosiddette “tampering”); sono altresì noti quelli derivanti dalla responsabilità civile degli amministratori delle società (rischio garantito su polizze cosiddette “D&O”).

Rischio di perdita delle colture

Questo rischio, più specificamente collegato al comparto agricolo, è stato oggetto di importanti interventi normativi nel corso degli ultimi anni. Ne è evidenza l’orientamento in ambito PAC, la Politica Agricola Comune (Comunitaria): dal primo gennaio 2023, tutte le colture rientranti nei piani di coltivazione delle aziende del primo pilastro della PAC avranno una copertura base prevista dalla legge a tutela dei danni cagionati da eventi quali siccità, alluvione, fitopatie o gelo.

Rischio zootecnico

Sono tali le polizze pensate per trasferire il rischio derivante dalla morte degli animali per cause ordinarie e straordinarie. La perdita del valore del capitale zootecnico, il fermo stalla, il blocco della movimentazione animale e il divieto di vendita dei prodotti derivati dall’allevamento come latte e carne a seguito dell’ordinanza sanitaria sono rischi parzialmente trasferibili sul mercato assicurativo, limitando, con ciò, l’esposizione patrimoniale delle singole imprese.

 

I nuovi orizzonti del settore assicurativo e la copertura parametrica

Richiamando quanto riferito in premessa ed approfondito nel punto dedicato al rischio derivante dalla perdita di colture, si evidenzia la nuova tendenza dei mercati assicurativi ad esplorare le coperture cosiddette parametriche.

A differenza delle polizze tradizionali basate sulle perdite effettive, quelle parametriche utilizzano valutazioni oggettive e misurabili, come dati meteorologici o indici di produzione, per determinare i pagamenti degli indennizzi. Questi criteri sono scelti in base alla loro stretta correlazione con i rischi agricoli. Quando uno dei parametri supera o scende al di sotto di un livello di attivazione predefinito, la copertura viene attivata e il pagamento del risarcimento viene effettuato.

Appare evidente come un tale approccio al rischio, alla gestione del sinistro e all’indennizzo elimina la necessità di valutare le perdite effettive e consente un processo di liquidazione del danno più rapido e meno soggetto a negoziazioni. Questo genere di copertura, in lenta evoluzione e già diffuso in svariati Paesi, soprattutto asiatici, permetterà di accelerare i tempi di indennizzo e, ancora prima, quelli di gestione e di istruttoria di un sinistro, garantendo un risparmio per le compagnie di assicurazione ma – verosimilmente – anche una maggiore soddisfazione degli assicurati.

L’elemento che accomuna l’approccio delle imprese assicuratrici: la valutazione del rischio

Dopo quest’ampia premessa, è opportuno evidenziare che tutte le soluzioni assicurative proposte dal mercato sono caratterizzate da un minuzioso studio dei rischi da parte dei comparti attuariali delle compagnie. Questo approccio, noto con il termine “risk-based approach“, si riferisce a un metodo decisionale che pone al centro l’analisi e la gestione dei rischi: invece di basarsi su regole o criteri generici, il “risk-based approach” considera qualitativamente e quantitativamente i rischi specifici associati a un determinato contesto, settore o attività e utilizza tali informazioni per prendere decisioni informate e adottare misure adeguate.

L’opportunità di affidarsi a degli esperti

A fronte di tutte queste considerazioni, è chiaro che la decisione sul “quanto”, “cosa” e “come” assicurare, non possa essere lasciata al caso da parte degli assicurati. Valutare quali siano i criteri climatici da richiamare nell’ambito di copertura parametrica richiede uno studio dei dati statistici, delle somme da garantire e delle condizioni di polizza. Al pari, assicurare una stalla, un importante parco macchine deputato al trasporto di ortaggi o affini non può avvenire se non sulla base di uno studio dei valori economici dei singoli beni assicurati. È pacifico che un corretto approccio al mondo assicurativo non possa che avvenire prima del sinistro: solo in quel momento si può valutare cosa assicurare, come assicurare e dove assicurare.

L’intervento di professionisti esperti nell’estimo del patrimonio assicurabile, nella quantificazione del danno e nella gestione dei sinistri può infatti svilupparsi in due fasi differenti. In primis, nella fase assuntiva del rischio: è la fase prodromica alla sottoscrizione del contratto con la compagnia in cui, insieme all’intermediario assicurativo, vengono concordate le somme da assicurare e si pattuiscono i valori degli scoperti e delle franchigie di polizza, attraverso l’intervento di un tecnico che può affiancare l’impresa nella quantificazione del patrimonio da assicurare. Infatti, i criteri assicurativi che guidano la quantificazione del danno e, ancora prima, la determinazione della somma assicurata, possono differire dai principi comunemente impiegati a livello commerciale. A titolo di esempio: termini come “valore di ricostruzione a nuovo” ben rappresentano lo scostamento tra i parametri assuntivi e liquidativi in uso nel settore assicurativo e quelli impiegati a livello commerciale. Del pari, un tecnico privo di specifica formazione in ambito assicurativo non potrà fornire un grado di approfondimento tale da garantire il corretto estimo – in termini assicurativi – del patrimonio da assicurare.

Quest’approccio si rivela di particolare importanza non solo in sede di prima sottoscrizione. Si pensi ai vari rinnovi contrattuali, spesso effettuati senza una revisione delle somme assicurate: soprattutto in un momento storico come quello attuale, caratterizzato da un’importante inflazione, le somme garantite (ad esempio per la ricostruzione a nuovo) potrebbero risultare insufficienti a ripristinare lo status quo ante sinistro.

E poi, ovviamente, l’intervento di esperti è essenziale nella fase di gestione del danno e liquidazione del sinistro: più noto è l’intervento del perito in fase di valutazione del danno funzionale alla sua liquidazione. In questo senso, oltre al lavoro di uno specialista capace di quantificare il valore della perdita, sarà necessario affidarsi ad un professionista capace di interpretare le condizioni generali e particolari di polizza al fine di valutare se l’offerta formulata dalla compagnia corrisponda alle pattuizioni e ai criteri di computo dell’indennizzo in uso nel settore assicurativo.

 

Il servizio di Valore S.p.A.

Al riguardo, Valore S.p.A., che vanta una ventennale esperienza nella gestione dei sinistri e può affiancare l’imprenditore sia nella fase assuntiva del rischio che nella fase di gestione del danno, si è attrezzato per fornire il supporto più puntuale e qualificato possibile ai suoi assistiti e per diventare il partner ideale per un “risk-based approach” alle coperture assicurative. La società, attraverso i propri uffici tecnici e il personale peritale, può affiancare le imprese del comparto agroalimentare nello studio qualitativo e quantitativo del rischio esternalizzato o – più comunemente – assicurato.

Inoltre, il patrocinio in-house erogato dagli uffici tecnici di Valore S.p.A. permette di unire la gestione peritale in fase assuntiva con la gestione tecnica del sinistro in fase di liquidazione del medesimo, assicurando un coordinamento inedito nel mondo della consulenza.

E se esiste già un broker, un’agenzia assicurativa o un consorzio? Le attività di Valore S.p.A. non si pongono in contrasto con quelle degli intermediari assicurativi, siano essi broker o agenti; non esistono conflitti nemmeno con i consorzi. La legislazione riserva agli intermediari assicurativi un ruolo fondamentale nella ricerca del prodotto assicurativo più adeguato alle esigenze di un cliente. Tuttavia, dovendo orientare l’attività di intermediazione alla vendita del prodotto assicurativo, non è certo che tutte le attività – spesso consulenziali e ad elevato contenuto tecnico e giuridico – funzionali alla sottoscrizione della polizza siano debitamente sorrette dal broker o dall’agenzia. Neanche i consorzi dispongono sempre di tali capacità consulenziali, dovendosi rivolgere all’esterno per reperire il know-how idoneo a garantire la corretta istruttoria in fase assuntiva e nella fase della gestione del sinistro. E non è nemmeno certo che i singoli broker, spesso indirizzati a proporre anche pacchetti di consulenza ai propri clienti, dispongano di tutti i rami d’azienda per affiancare il cliente in tutte le fasi sopra descritte. Per tali ragioni, l’attività di Valore S.p.A. ben potrà affiancare gli attuali intermediari incaricati per l’intermediazione del prodotto assicurativo, cooperando con gli uffici che si occupano dell’analisi tecnica e del “piazzamento” del rischio.

Dott. Luca Cadamuro

Referente Sinistri Gravi Valore S.p.A.

 

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