Presentata una proposta di modifica del Tso

E’ una questione (anche) giuridicamente molto interessante, legata com’è non solo agli aspetti della sanità ma anche e soprattutto alla sfera dei diritti della persona, quella relativa al TSO, acronimo per Trattamento Sanitario Obbligatorio, procedura sanitaria applicabile in caso di motivata necessità e urgenza clinica ad un soggetto che sia affetto da una grave patologia psichiatrica, che si rifiuti di sottoporsi al trattamento e che non sia gestibile diversamente. Il fine perseguito è quello di tutela della salute e della sicurezza del paziente e della salute e della sicurezza pubblica. Istituito dalla cosiddetta Legge Basaglia (numero 180 del 1978), il TSO trova oggi la sua fonte di regolamentazione nella legge numero 833 del 23 dicembre 1978.

La disciplina del TSO, vecchia di quasi quarant’anni, potrebbe però essere presto rivisitata, assicurando maggiori garanzie per i pazienti, grazie alla presentazione da parte dei Radicali di un’apposita proposta di legge, che è stata illustrata qualche giorno fa durante una conferenza stampa tenutasi presso la Camera dei deputati.

La proposta di riforma è stata presentata nella convinzione che l’applicazione concreta del TSO abbia perpetuato negli anni una concezione del trattamento psichiatrico manicomiale e, come tale, inaccettabile. Per superare tale criticità, si prevede l’introduzione di un diritto di informazione e di ricorso per chi è sottoposto al Trattamento Sanitario Obbligatorio, con l’avvio di una difesa tecnica e l’abolizione della contenzione meccanica.

La proposta, inoltre, prevede la garanzia per i pazienti del diritto di visita all’interno dei reparti psichiatrici e del diritto di continuare a mantenere rapporti con l’esterno.

Ultimo aspetto di rilievo: i rinnovi. I Radicali propongono infatti di introdurre un limite numerico agli stessi e la segnalazione di ogni rinnovo al Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.

Per la proposta si parla già di “Legge Mastrogiovanni”, ispirandosi al nome di una delle vittime del Trattamento Sanitario Obbligatorio,. Il cammino è solo agli inizi, certo è che il dibattito e la strada verso una radicale riforma della materia è stata aperta.

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